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La Vacanza del Destino [1. Lanciati da un mouse]

Planisfero

Se ti ritrovi una domenica pomeriggio con due amici, un computer e un planisfero digitale per programmare le vacanze estive, ti può anche capitare di lanciare a casaccio il mouse per decidere la meta. Può capitare. E a noi, naturalmente, è capitato.

Al primo tentativo, il fato voleva spedirci in Afghanistan, ma avendo noi programmi diversi da una “missione di pace in un Paese in guerra”, abbiamo deciso per il secondo lancio: la freccina del mouse ha indicato una serie di puntini poco visibili in mezzo all’Oceano Atlantico, che rappresentano l’ Arcipelago delle Azzorre.

Fino a quel momento, la Namibia aveva prevalso nelle nostre discussioni, fatte di safari autonomi a bordo di un Land Rover da affittare laggiù. Ma la guida Lonely Planet, quel pomeriggio, ci aveva giustamente fatto notare che in Namibia, a luglio, è inverno. Allora, dopo alcune peregrinazioni tra i Paesi più sconsigliati dell’Africa, i primi accenni alle Azzorre e una panoramica del Costa Rica, si era deciso: lasciamo fare al mouse.

Il pomeriggio seguente prenotiamo un aereo con scalo a Lisbona e iniziamo concretamente a sognare: per la prima volta in 150 anni della mia storia ho saputo con ben tre mesi di anticipo dove sarei andato in vacanza.

E tre mesi esatti sono trascorsi da quel fantastico e interminabile 11 luglio 2009, il giorno della partenza, ovvero un tutt’uno col giorno precedente, visto che nella casetta milanese di Dario i nostri timidi approcci a Morfeo, durati appena tre ore (per fortuna del padrone di casa, generosamente adagiatosi per terra) sono stati quasi del tutto respinti: sveglia, per modo di dire, alle 3.30, caricamento bagagli e partenza alla volta di Linate, nel cui parcheggio arriviamo alle 4 in punto.

Guadagniamo un’ora di fuso orario e alle 8.30 atterriamo a Lisbona, con già troppo da raccontare e un risentimento muscolare all’addome d’indubbia provenienza. L’attesa di otto ore nella capitale portoghese si trasforma in un comodo giro tra le vie del centro, dove facciamo conoscenza col peggior nutrimento degli ultimi 450 anni della nostra storia (150 anni in tre): l’açorcas de gambas, una pappina ampiamente condita con quello che presto scopriremo essere il disinfettante ufficiale del Portogallo, Azzorre comprese.

Dopo aver incenerito con un provvidenziale J&B quel tentato omicidio e la seguente ripugnante macedonia, prendiamo il volo sull’Oceano, guadagnamo un’altra ora di fuso orario e alle 16.30 ora locale atterriamo a Terceira, in uno scenario che definirlo scozzese è un eufemismo: nuvole nerissime, pioggia fitta e freddo cane, oltre ai caccia bombardieri della marina militare statunitense, che di scozzese, comunque, hanno davvero poco. E meno male che abbiamo scartato la Namibia per evitare l’inverno…

Dall’hotel fronte Oceano dove trascorreremo le prime tre notti ad Angra do Heroismo, ci avevano avvertito di avere disponibilità solo per camere “without see-view”, ma spinto dall’ottimismo dell’entusiasmo, non dò tempo a Dario di aprire la porta della stanza che sono già sul balcone: una salva sparata dalla nave da guerra ormeggiata a ore 10 saluta la nostra eccitazione per una vista mozzafiato.

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